Il ficus bonsai

La dimensione principale del fogliame per la manutenzione del ficus bonsai va da otto a dieci foglie da adulto (invece di due o tre foglie da giovane).

Tagliare il picciolo favorirà la nascita di gemme di gemme ascellari.

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Istruzioni per l’uso.

Dopo ogni defogliazione, però, si deve sempre posizionare il Ficus in pieno sole e al di fuori del proprio appartamento o della serra.

Ricordarsi che senza alcuna foglia il flusso di lattice potrebbe fermarsi, perciò è meglio lasciare sempre una gemma o una foglia all’apice di ogni ramo.

I rami defogliati, se il bonsai è in salute, produrranno più foglie di prima. Le foglie che cresceranno dopo questo procedimento saranno più piccole e più “severe”.

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Inoltre è possibile mantenere le dimensioni a “ligaturage” per tutto l’anno senza difficoltà.

I Ficus retusa sono flessibili e quindi possono essere avvolti facilmente con un filo di ferro o di alluminio per ottenere la forma scelta, facendo però attenzione alla rapida crescita di questa specie: il filo può arrivare ad incidere la corteccia in soli 30 giorni a causa della crescita molto veloce dell’albero.

Il Ficus retusa non necessita di utensili, adatti alla sua cura, diversi dagli altri bonsai.

Le varietà.

Ha stupende radici aeree che vengono evidenziate con la coltivazione su roccia. Viene valorizzato utilizzando i complementi di arredo più adatti: tavolini, sottovasi, rotoli, suiseki, ecc.

Le varietà a foglia piccola sono adatte soprattutto alla coltivazione shohin, le radici sono aeree e molto spettacolari. La serra deve avere un clima simile a quello dell’appartamento.

ficus bonsai
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La pinzatura delle foglie di Ficus si pratica tutto l’anno poiché, se tenuti all’interno in inverno, la crescita è continua.

L’ operazione di deve essere effettuata ogni 2 anni per le piante giovani, ogni 7/8 anni per piante più mature, quando si denota un cattivo assorbimento dell’acqua (indice che l’apparato radicale occupa troppo spazio), quando l’albero perde le foglie, quando si presentano attacchi parassitari intensi o quando si nota un generale deperimento.

Il composto migliore per un rapidi rinvasamento consiste in: akadama (40%), terriccio (40%) e sabbia (20%). Dopo il rinvaso, si deve vaporizzare molto il fogliame per aiutare a ricostruire le riserve dell’albero.

Il terriccio.

Utilizzare il terriccio adatto per bonsai (akadama) oppure, se non si riesce a reperirlo utilizzare del terriccio universale al 60%, torba al 10% e sabbia grossolana al 30%. Nella stagione invernale concimare con concime organico utilizzando il 50% delle dosi consigliate. In generale, i Ficus sopportano con facilità la potatura drastica e rigettano anche dal legno vecchio.

Se il Ficus cresce sano, due volte all’anno si eliminano i rami che si sviluppano verso il basso, verso l’interno del tronco, quelli che nascono sotto la base di un altro ramo, quelli contrapposti o paralleli (uno dei due va tagliato) e quelli che s’incrociano.

Come gestire la pianta.

Da ricordare che il legno di questa pianta è tenero e fibroso, perciò, la cicatrizzazione avviene in modo veloce ma non molto estetico: specialmente i tagli grandi tendono a formare un rigonfiamento eccessivo, quindi, è importantissimo medicarli con la pasta cicatrizzante.

La potatura dei rami si effettua con la tronchese concava e la scelta delle branche da accorciare o da eliminare dipende dallo stile del bonsai; in ogni caso vanno eliminati i rami che sviluppano in senso verticale, quelli che si incrociano, o che crescono verso l’interno e da qualunque incisione fuoriesce lattice, quindi è meglio praticare le potature importanti in inverno (quando il lattice scorre più lento), mentre in primavera si può intervenire con la certezza di stimolare la ripresa vegetativa.

Potare ogni anno contemporaneamente la cima e le radici. Si consiglia di medicare tutti i tagli con del mastice molto per innesti, altrimenti, le ferite tendono ad assumere un aspetto antiestetico ed a emettere molto lattice (anche uno spruzzo d’acqua sulla ferita promuove la coagulazione della gomma bianca). La scelta dei rami da potare nel bonsai dipende dalla forma, sicuramente vanno eliminati i rami che si sviluppano in verticale, contrapposti, troppo vicini o i succhioni.

Per ridurre la grandezza ed il numero delle foglie è fondamentale defogliare l’esemplare (preferibilmente a maggio o a giugno in modo che possa riprendersi meglio), in questo modo la pianta produrrà nuove piccole foglioline.

L’operazione si effettua con l’apposito defogliatore, eliminando le foglie tagliate del bonsai.

Dopo pochi giorni, la pianta produce nuove foglioline, più piccole delle precedenti, che rendono il bonsai proporzionato e armonioso.

Per scongiurare il rischio di un ritiro di linfa, che farebbe seccare i rami rimasti nudi, è molto importante lasciare una foglia alla sommità di ogni ramo; foglia che va eliminata solo quando appaiono le nuove foglioline lungo il ramo stesso.

Comunque si può fare anche tutto l’anno.

Dopo questa operazione bisognerà posizionare il bonsai all’esterno ed in pieno sole per fargli recuperare le energie.

Nel Ficus retusa la produzione di nuovi germogli è praticamente continua durante tutto l’anno, perciò, bisogna ricorrere più volte alla tecnica della pinzatura, allo scopo di mantenere la linea del bonsai che, se non cimato, diverrebbe un cespuglio informe in poco tempo.

Naturalmente, per non indebolire la pianta, occorre aspettare che dalla chioma fuoriescano molti germogli, con almeno 5-6 foglie, quindi, usando la forbice lunga, si effettua il taglio dopo la seconda o la terza foglia.

Non potare le radici prima di marzo/aprile.


Uno spruzzo di acqua sulla ferita promuove la coagulazione del lattice. Il vaso deve essere abbastanza capiente per contenere le radici (di circa 2 centimetri più grande del precedente), può essere di qualsiasi materiale (meglio il gres), di qualsiasi forma, di qualsiasi colore e con vari ornamenti, anche se è preferibile quello rettangolare, ovale o rotondo, sia esso smaltato o normale.

L’altezza varia da esemplare a esemplare. La pianta è molto malleabile e di facile mantenimento.

Essendo una pianta tropicale ha bisogno di umidità, quindi in appartamento ed in serra è bene mantenere il sottovaso con acqua e sassolini per favorire la formazione di un microclima umido attorno alla pianta in inverno ed estate.

Tra un’annaffiatura e l’altra attendere che il sottovaso si sia completamente asciugato. In estate vaporizzare spesso la chioma, essa resiste bene in pieno sole tranne che nei mesi caldi di luglio e agosto.

È consigliabile nel periodo della tarda primavera (maggio) rinvasare il bonsai di Ficus retusa in quanto vengono in genere venduti con il terreno delle zone d’origine (sud-est asiatico) il quale essendo argilloso mal si combina co l’acqua di irrigazione,che è piuttosto calcarea.

Utilizzare il terriccio adatto per bonsai (akadama) oppure, se non si riesce a reperirlo utilizzare del terriccio universale al 60%, torba al 10% e sabbia grossolana al 30%. Nella stagione invernale concimare con concime organico utilizzando il 50% delle dosi consigliate.

Le avversità.

Seppur sia una pianta rustica, il Ficus retusa può essere soggetto a tipi diversi di funghi e parassiti.

Questa pianta viene solitamente aggredita da bruchi ma anche da tripidi, ragnetto rosso (microscopico Acaro che infesta quasi regolarmente i bonsai nei mesi estivi, facendo cadere loro tutte le foglie), e cocciniglia. Una buona prevenzione per gli esemplari coltivati in ambienti interni è legata ad un corretto uso di antiparassitari (un acaricida, un anticocciniglia e un anticrittogamico).

Il bonsai non ama…

Le principali avversità sono:

  •     * Gli ambienti secchi, freddi e le gelate improvvise, che possono uccidere il Ficus o fargli perdere le foglie.
  •     * La cocciniglia (Eulecanium corni), visibile con “batuffoli di cotone”, attacca le chiome fitte in grandissimo numero, colpendo rami, giovani getti e a volte le foglie, con deperimento e in condizioni sfavorevoli la morte della pianta.
  •     * La cocciniglia cotonosa (Pseudococcus citri), invade i rami producendo abbondate mielata, la femmina depone il caratteristico e ben visibile ovosacco cotonoso.
  •     * La cocciniglia di S. Josè (Quadraspidiotus perniciosus), infesta tutte le parti della pianta, prediligendo rami e tronchi che ricopre con una crosta fittissima di scudetti brunastri, le punture provocano macchioline rossastre con deperimento progressivo della pianta.
  •     * L’Antracnosi, causata da funghi della specie Geloeosporium elasticae, determina macchie giallo-brunastre depresse ben delimitate da un alone scuro, sulle macchioline si possono notare le pustole formate da conidi rossastri.
  •     * Gli acari, che possono provocare l’ingiallimento e la caduta delle foglie attaccate.
  •     * Bianca rossa (Chrysomphalus dictyospermi): attacca in numerose colonie rami, frutti e foglie, insediandosi lungo le nervature della pagina inferiore delle foglie causandone il disseccamento e la caduta.
  •     * Ceroplaste (Ceroplastes rusci): provoca gravi deperimenti di rametti e foglie con vistosi cali produttivi.
  •     * Cocciniglia a barchetta (Eulecanium persicae): infesta le parti meno soleggiate della chioma, disponendosi in lunghe file lungo i rami.
  •     * La cocciniglia ostreiforme (Quadraspidiotus ostraeformis): e la cocciniglia rossa (Aonidiella aurantii): attaccano i rami e il tronco.
  •     * Cocciniglia a virgola: rappresentata da due specie dello stesso genere, la Mytilococcus conchiformis e la M. ficifoliae: la prima attacca i rametti, la seconda le foglie.
  •     * Psilla (Homotoma ficus): in primavera le larve attaccano le gemme, successivamente le foglie nella pagina inferiore vicino alle nervature, normalmente non provoca danni rilevanti.
  •     * Efestia (Ephestia cautella): temibilissimo per la produzione di fichi seccati, le larve rodono l’interno del frutto riempiendolo di escrementi, la femmina depone le uova sui fichi che cominciano a seccare sull’albero o sui frutti esposti al sole per completare l’essiccamento.
  •     * Tignola (Simaethis nemorana): le larve neonate rodono le foglie lasciando intatte le sole nervatura, la seconda generazione di larve può attaccare anche i frutti.
  •     * Bostrico (Sinoxylon sex-dentatum): le larve e gli adulti scavano gallerie dirette in tutti i sensi interessando l’intero spessore dei rametti che possono facilmente spezzarsi.
  •     * Carpofilo (Carpophilus hemipterus): erode e danneggia i frutti essiccati.
  •     * Esperofane cinerino (Hesperophanes cinereus): le larve per 2-3 anni scavano profonde gallerie nel legno, le femmine ovidepongono su rami malati o legno esposto.
  •     * Ipoboro (Hypoborus ficus): gli insetti adulti scavano gallerie trasversali nel legno e nel cambio, mentre le larve scavano profonde gallerie perpendicolari, arrivando con azione sinergica ad interessare tutto il cilindro centrale con disseccamento e caduta della corteccia, vengono attaccati preferibilmente i rami deperiti o morti non tempestivamente eliminati con la potatura.
  • Pogonocero ispido (Pogonochaerus hispidus): la larva scava gallerie tortuose sotto la corteccia e nel legno, la femmina depone le uova sulla corteccia di rami vecchi e deperiti.
  • Mosca mediterranea (Ceratitis capitata): le larve attaccano la polpa del frutto distruggendola, successivamente il frutto marcisce e cade.
  • Brusone fogliare (Phyllosticta sycophila): provoca sulle foglie attaccate delle tacche color ocra al centro, bruno-rossastre ai margini esterni; le macchie confluendo in larghe chiazze secche provoca lacerazioni, accartocciamento e caduta delle foglie.
  • Cancro del tronco (Phomopsis cinerascens): attacca in seguito ad una ferita non disinfettata, soprattutto il tronco e le branche madri impiegando 2-3 anni per formare il cancro, l’alterazione inizia con una zona depressa che lentamente si allarga fino a circondare tutto il tronco.
  • Colletotricosi (Colletotrichum caricae): provoca amarcescenza e la caduta dei frutti immaturi, che dapprima mostrano tacche depresse e isolate confluenti successivamente in chiazze brune al centro più chiare in periferia.
  • Marciume (Botrytis cinerea): provoca la mummificazione dei frutti e il disseccamento dei rametti, si conserva da un anno all’altro svernando sui frutti mummificati rimasti sulla pianta e sui rametti morti, non tempestivamente rimossi e distrutti.
  • Vaiolatura (Cercospora bolleana): provoca macchie olivacee sulle nervature delle foglie, macchie che confluiscono formando grandi chiazze brunastre con accartocciamento e caduta delle foglie.
  • Ruggine (Uredo fici): attacca le foglie provocando sulla pagina superiore delle macchie gialle e in corrispondenza sulla pagina inferiore i sori giallo-bruni, determina la caduta prematura delle foglie e ritardo della maturazione dei frutti.
  • Mal secco (Bacterium fici): a seguito dell’infezione batterica il tronco diventa di colore bruno, i rami anneriscono disseccano emettendo a volte un liquido viscoso. D’estate colpisce anche le foglie che presentano in un primo momento macchie decolorate che diventano nerastre, con disseccamento e frantumazione dei tessuti.
  • Mosaico: il virus attacca foglie, frutti e rametti; le foglie presentano aree di varie dimensioni giallognole e decolorate, segue la necrosi delle aree internervali o solo delle nervature con evidenti malformazioni; i frutti colpiti presentano malformazioni e caduta precoce; il vettore principale del virus è l’eriofide Aceria ficus.

Anche l’esposizione al vento (in maggior modo se salino) può provocare la secchezza e la seguente caduta delle foglie.

Pubblicato da Manuel di Fioreria Sarmeola

Fiorista, mi occupo anche del blog e del sito www.fioreriasarmeola.com con la passione oltre che per i fiori anche per l'arte e la musica