La gypsophila nel matrimonio
Dalla polvere (calcarea) dove nasce, all’altare. L’umile passato e il recente successo di un fiore semplice ma di grande fascino utilizzato, per questo motivo, per i bouquet da sposa.
Fino a poco tempo fa relegata a un ruolo di complemento di fiori più sontuosi, da un po’ di tempo è diventata protagonista di allestimenti delicati e spumeggianti. Ma che cosa si nasconde dietro la parola Gypsophila?
Il nome botanico letteralmente significa ‘amante del gesso’ e probabilmente deriva dal tipo di terreno , calcareo, adatto alla sua coltivazione. Dietro a un nome così altisonante si nasconde, però, un fiore semplice, gentile e lieve, tanto che in America viene chiamato Baby’s Breath, cioè respiro di bambino.
Delicata e aerea la Gypsophila ha steli sottili ricoperti di fiorellini dalla corolla semplice o doppia, tondeggianti e di colore bianco o, raramente, rosa.
Ci sono tante varietà di Gypsophila: Elegance, Bristol Fairy, Bridal Veil (proprio velo di sposa!), Snow Fountain e Garden Bride (sposa del giardino). Le più recenti sono la New Love, con fiori dal diametro di mezzo centimetro e la Million Stars, ricca di piccoli fiocchi bianchi, perfetta per tappezzare elementi decorativi dalla forma geometrica o per realizzazioni romantiche, ma molto moderne.
I fiori più grandi sono, invece, adatti a festoni o a pouff, da collocare, magari, alla sommità di vasi.
Basta guardarla per capire qual è l’origine del suo fascino: la leggerezza. Non stupisce che sia diventata protagonista principale di allestimenti anche sontuosi. Basta da sola a creare cuscini vaporosi costellati di candide stelline, bordure e ghirlande lungo la navata o ai polsi delle damigelle.
Il risultato è insieme sobrio e curato, etereo e intrigante. Lasciatevi sedurre dall’ingenua bellezza della gypsophila!