La pianta di Aloe

 

Il genere Aloe appartiene alla famiglia delle Aloeaceae è comprende numerosissime specie originarie dell’Africa, del Madagascar e dell’Arabia.

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Etimologia dell’Aloe.

L’etimologia di questa parola non è molto chiara.

Potrebbe derivare da una parola di origine orientale (araba probabilmente) che significa “amaro” o dal greco ” àls-alòs ”  che significa “sale”, per ricordare il suo sapore amaro simile a quello dell’acqua di mare.

Le proprietà curative.

Qualunque sia la sua etimologia è certo che è una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue molteplici capacità terapeutiche.

Le prime testimonianze sono state ritrovate su una tavoletta di argilla ritrovata a Nippur nei pressi di Bagdad e datata 2.200 a.C.  

E’ una pianta molto antica, conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà terapeutiche e conosciuta come la pianta dell’immortalità.

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Le prime testimonianze della sua presenza sono state ritrovate su una tavoletta di argilla ritrovata a Nippur nei pressi di Bagdad e datata 2.200 a.C.

Nella cultura Assiro-Babilonese, da numerose testimonianze, è certo che il suo succo (chiamato Sibaru o Siburo) veniva utilizzato da chi aveva problemi digestivi.

Nell’antico Egitto era utilizzata tra le sostanze per l’imbalsamazione ed era molto coltivata per uso terapeutico. Ancora oggi in Egitto, questa pianta piantata davanti alla porta di casa è considerato un modo per assicurarsi una lunga vita e felicità

Anche la Bibbia la cita più volte: “Anche Nicodemo quello che da principio era andato di notte da Gesù, venne portando una mistura di mirra e d’aloe, quasi cento libbre” (Giovanni, cap. 19, vers. 39) o “Mirra, Aloe e Cassia olezzano le tue vesti” (Salmi, cap. 45, vers. 9).Nel Papiro di Ebers (datato all’incirca 1500 a.C – foto al lato) sono elencate le innumerevoli proprietà di questa pianta.Ne parla Ippocrate (460-337 a.C.) nei suoi innumerevoli libri di medicina elogiandone le sue proprietà antinfiammatorie, rigeneranti e antisettiche. Ne parla Discoride (20-70 d.C.) nel “De materia medica” elencando le sue proprietà cicatrizzanti, antifiammatorie e per le infezioni cutanee.

 

Anche nella cultura orientale l’uso di questa pianta è molto antico: la medicina tibetana e quella Ayurvedica la usano tutt’oggi per i loro preparati.

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I primi studi scientifici su questa pianta iniziarono in Europa intorno al 1850 ad opera di due inglesi ma fecero un grosso balzo in avanti solo nel 1930 grazie ad approfonditi studi russi ed americani. Ma è solo nel 1940 e successivamente nel 1959, quando il Ministero della sanità americano dichiarò ufficialmente le capacità curative di questa pianta nel caso di ustioni. Da allora gli studi sono molto attivi in tutto il mondo.

L’A. dichotoma, la più diffusa della Namibia e del Sud Africa, oltre ad essere una pianta di notevoli dimensioni, viene utilizzata dall’uccello tessitore per costruirci il suo nido, molto particolare, formato da fibre vegetali che sono intrecciate ad arte per costruire un nido quasi completamente chiuso per impedirne l’accesso sia ai predatori che possono salire da terra, sia a quelli che si calano dall’alto.

Pubblicato da Manuel di Fioreria Sarmeola

Fiorista, mi occupo anche del blog e del sito www.fioreriasarmeola.com con la passione oltre che per i fiori anche per l'arte e la musica